Catalogo degli oggetti sommersi: la foto del karateka (e l’ora di ginnastica)

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Questo oggetto sommerso l’ho trovato nell’adolescenza, a Milano, in una piccola via vicino ai navigli. Era di fianco a un marciapiede, dove ci sono le macchine parcheggiate. Non so di chi sia stata fra le tre persone fotografate. Secondo me era di uno dei due vestiti di bianco, perché forse quello al centro è il loro maestro. Istintivamente mi verrebbe da pensare che sia stata di quello alto con la cintura nera, mi sembra più il tipo da tenere una foto; ma allo stesso tempo, proprio perché la foto era perduta e in parte strappata, magari è di quell’altro: può darsi che gliel’abbiano data come copia ricordo e lui, più menefreghista, l’abbia persa.

In palestra sono sempre stata una schiappa, forse per l’anemia, ma ero sempre tra gli ultimi se venivamo cronometrati, e se c’erano da fare dei giri di corsa mi mettevo solo a camminare quasi subito dopo l’inizio. Alle medie se mi toccava di giocare a pallavolo la squadra avversaria tirava sempre la palla verso di me, certa che avrebbe fatto punto (anche qui altre bambine malvagie). Odiavo anche il quadro svedese, avevo il panico le poche volte che dovevo farlo. Solo al salto in alto ero decente. Cercavo sempre di trovare delle giustificazioni per saltare ginnastica, sia alle medie che al liceo. Magicamente, avevo quasi sempre il ciclo, stando a ciò che dicevo alle prof.

Alle elementari invece c’è stato l’incubo del balletto di Rhythm is a Dancer degli Snap. Ancora oggi appena sento “Rhythm…” mi vengono mille flashback, e scommetto che se andassi a chiedere alle mie compagne di allora, almeno la metà di loro farebbe subito l’associazione canzone/balletto. La maestra aveva sempre quei fuseaux che si fissavano sotto al tallone con un elastico.

Lo so ancora fare, quel balletto. Tutte le sante ore di ginnastica, giù di Rhythm is a Dancer. Inesorabilmente. Per un periodo molto lungo. Ricordo che alla prima lezione la maestra mi piegò la schiena in giù perché ero rigida, e mi faceva malissimo una volta uscita da scuola. Era fissata col fatto che dovevamo piegarci tanto ed essere molleggiati. Ogni tot, mentre andava la canzone, ci urlava con voce mascolina: “Piegate quelle ginocchia!” oppure “Giù con quella schiena!”. So solo che per il bambino medio l’ora di educazione fisica è l’ora del divertimento, invece per me era l’ora del tormento, e la materia in cui avevo i voti più bassi, sempre sufficienti, ma credo anche un po’ per pietà.

41 Comments

  1. io la adoravo invece… forse perché ero un maschiaccio…
    forse anche perché era l’unico modo x fare sport (che adoro) visto che suonavo il piano e le cose erano incompatibili.

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      1. Ahah fai bene!! xD A me fa questo effetto appunto passeggiare, specialmente se ascoltando la musica! Forse è anche perché sono anemica che non sono portata per lo sport, ho pochissimo fiato, non ho proprio l’indole… ma ammiro chi lo pratica con costanza! Nella prossima vita voglio recuperare xD

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    1. Idem! La danza mi piace già di più, ho fatto anche un corso di un anno alcuni anni fa… poi alla lunga non sono comunque portata, ma la gradisco! Quei balletti delle elementari invece erano una specie di aerobica ripetitiva, in più davanti ai compagni ero stra timida xD

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  2. Per me la foto non è di nessun dei tre ma della fotografa, all’epoca fidanzata con cintura rossa o cintura nera, e l’ha buttata quando il karateka l’ha mollata per una sciacquetta conosciuta in palesta.
    Dalla ginnastica prendo le distanze: io pratico solo l’ora sul divano.

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  3. A parte che Rhythm Is A Dencer è una canzone mitica, ecco, volevo dire che anch’io in ginnastica non ero un granché, ma quando giocavo a calcio mi trasformavo e diventavo abilissimo. Mi piaceva anche giocare a pallavolo: nonostante la bassa statura mi è sempre piaciuto, mi tuffavo che è un piacere, me la cavavo.

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    1. Ahah xD Mitica è mitica! Nel bene e nel male 😂
      Allora a pallavolo avresti sicuramente tirato nella mia direzione per fare punto 😂 anzi, facevano giocare solo le femmine a pallavolo, i maschi credo a basket o calcio nel frattempo 😐

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      1. Infatti, ti divertivi e non lo sapevi. Oggi vivi quei ricordi con un’altra consapevolezza. È servito per essere quello che sei… una bella persona

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  4. Ho giocato a pallavolo fini a 18 anni e lì facevo tutto, ma non a scuola non facevo educazione fisica per principio. Odiavo la prof e lei odiava me perché giocavo molto meglio delle sue pupille. Mi ha presentato alla maturità con 4.
    Adesso per andare in piscina devo farmi una forza enorme…
    Un bacione.

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    1. Che brava!! Anche ora nell’andare in piscina *_* Avevo pensato di fare un corso prima o poi, ma sono freddolosa e solo all’idea di doverci andare d’inverno rabbrividisco x_x Stimo chi trova la forza di andarci!! 😀
      Ti capisco sulla prof, a me è successa una cosa simile, anche se minore, con una di italiano al liceo… Nei temi ero molto brava, anche a detta degli altri prof, e mi trovava spesso errori assurdi! Una volta mi ha abbassato un voto perché diceva che la parola “trasporre” non esiste x_x

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      1. Vero, mi erano venute in mente nello scrivere il commento sopra! Hanno idealizzato la pallavolo come una cosa troppo per fanciulle 😂 Anche se in realtà ricordo che prendevano tante batoste, ma ormai era scattata l’equazione protagoniste femminili=sport da femmine=sport facile/delicato 😅

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  5. non l’avevo capito subito che gli oggetti sommersi non fossero tuoi, ma raccattati in giro.
    mi affascina questo recupero di memorie (“smemorate”) altrui.
    la foto l’aveva regalata “cintura rossa” alla sua ragazza, una stangona che lo sopravanzava di una spanna. ci avevano riso sopra insieme (anche se sono piccoletto ti potrei mandare al tappeto con una sola mossa, aveva detto lui tra il serio e il faceto, non chiedo di meglio, aveva risposto lei con un sorriso malizioso), ma poi era stata la prima cosa che lei aveva stracciato quando lo aveva lasciato.
    ml

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