Poesia al mio gatto

lorpy

Questa poesia l’ho scritta pensando al mio gatto, nell’ultimo giorno della sua vita, un giorno di fine estate del 2016. Era molto vecchio, ed era sempre stato abbastanza bene, ma il giorno prima aveva avuto un crollo irreversibile, e stavo aspettando che tornasse mio padre per portarlo dalla veterinaria. Era sul mio letto, su una copertina, e non poteva ormai più muoversi né vedere. Però sapevo che aveva vissuto una vita molto lunga e felice.

Ho inserito questo articolo nel tag “oggetti sommersi”, perché anche il mio micio era a modo suo un oggettino sommerso, il più speciale di tutti. Era randagio, aveva vissuto per anni in un’altra via accanto alla mia, forse con un padrone, non so bene la sua storia; poi aveva avuto un incidente stradale e alcune mie vicine lo avevano curato, e da lì è sempre stato il gatto randagio nel cortile del nostro condominio. In quell’incidente aveva perso anche quasi tutti i denti, perciò la veterinaria non potè mai stabilirne l’età precisa.

Ma quando ero piccola ricordo che c’era una colonia di gatti con due gatte nere, e un gattino giovane mi graffiò su un braccio, ed era proprio simile a lui. Nel garage c’è un mio vecchio graffito sul muro che avevo fatto a quell’epoca, con tutto l’albero genealogico dei gatti. Si vede male ed in parte è coperto da tante cianfrusaglie, ma vorrei provare a fotografarlo. Se fosse stato lui avrebbe vissuto circa 23 anni. Se no, comunque era nel cortile ormai da tantissimo ed era adulto quando è arrivato stabilmente.

Diversi anni fa diventò proprio il mio gatto. O meglio, il mio gattino straviziato. Erano alcuni giorni che se trovava il portone aperto veniva dentro, vicino alla mia porta, e gli portavo qualcosa da mangiare. Ma un giorno mentre portavo in casa la spesa è proprio entrato, ed è rimasto per sempre. Il giorno dopo ho provato a farlo uscire per vedere cosa voleva fare, ma è tornato subito dentro. Fino al suo ultimo giorno è sempre tornato a fare i suoi giretti nel cortile e anche nei cortili limitrofi, ma per mangiare e dormire tornava sempre a casa, salvo avventure varie e qualche spavento.

Si chiamava Lorpettino, un nome inventato da mio padre (derivato dal serpentello orbettino), e ho trovato poi tantissime declinazioni, come Lostrolino, Lovolino, Love (che si legge lóve), Lorpe, Lorpetto, Lope, Sciombolino, Sciombolo, Sciombolo d’oro…  Mio padre invece gli dava nomignoli da personaggi storici, come Vasco de Gama, Gengis Khan, Garibaldi, eccetera… Gli ho anche inventato tante canzoncine e ho una lista dei primi nomignoli che gli avevamo dato, scritta con un vecchio computer e stampata.

Quindi, per ricordarlo ho scelto questa poesia e un giorno vicino a San Valentino, perché ero proprio innamorata del mio gattino grigio e bianco, e lo rivedo in tutti gli altri gatti del mondo.

Dove stai andando

come una piccola cometa?

Sei in un oceano buio

e vuoto

sopra una piccola barca?

Anche se non vedi

vedrai che presto

arriverai su una

spiaggia di madreperla

e potrai andare

dove vuoi

sotto forma di brezza

in una luce lunare.

 

53 Comments

    1. Ma che meraviglia! *_* ❤
      Era un gatto bellissimo ;__; e che storia triste…
      Però è stato fortunato e amato, anche se non a lungo… ha vissuto bene con te 🙂
      Quanti anni aveva? Immagino quanto ci abbia sofferto 😦
      Da piccolo poi era un patatino °-°

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      1. Un anno e mezzo. Lo amavo come un figlio. Non pensavo di poter volere così bene ad un batuffolo pelosetto.
        E quando alcuni mesi fa Clash è caduto dalla finestra l’ho cercato per ore al buoi ed al freddo. Ritrovarlo il giorno dopo è stata una gioia immensa.

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      2. Mi ricordo l’avventura di Clash! 😦
        Povero micio, ha vissuto poco… mi dispiace, immagino che sia stato difficile se era così giovane, dalle foto si vedeva che lo adoravi! Adoro le pose che prendono i gatti quando riposano *_* Poi era bellissimo!

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  1. Cara Sara, in qualche modo, mi sembra di averlo amato anche io… io adoro i gatti.
    Sono cresciuto insieme a loro, se così si può dire. Quello a cui sono stato più affezionato, si chiamava Marex. Lo aveva trovato mio nipote, abbandonato nei pressi della spiaggia. Trovò rifugio in casa mia e così è stato fino alla sua scomparsa. E’ curioso, ma lui mi capiva. Quando ero triste, veniva a consolarmi… e ci riusciva…

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  2. Il gatto, un animale magico, affascinante. Ritenuto sacro dagli egizi. Vederlo ritornare è sempre un emozione , spesso è lui che sceglie noi. Subirne la perdita è straziante. Avevo un gatto. Lo portai a casa quando avevo 10 anni, morì di vecchiaia 16 anni dopo. Mi accompagnò dall’infanzia all’età adulta. Tutt’oggi ne conservo il lieto ricordo e lo rivedo in altri gatti anche se lui era unico

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    1. Ciao! Grazie del bel commento 🙂
      Che bello che hai avuto il tuo gatto per tanto *_*
      Anche per me è così col mio al ricordarlo, ed è vero, sono magici ed era bellissimo vedere quando tornava!
      Stanotte l’ho sognato, che si rincorreva con strani gatti in cortile 😀

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  3. Bellissime la poesia,le foto, la storia e le canzoni. Io ne ho avuti quattro, l’ultimo è tuttora con me, e anch’io ho scritto su di loro… sono splendidi. E diversissimi tra loro…. avrei da scrivere per ore sulla loro storia.

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    1. Che bello *–* c’è qualche post su di loro qui su wordpress? Ora comunque vengo a fare un giro da te 😊
      Anch’io li adoro 🐾 ed è vero, ognuno è un mondo a sé, vale come per gli umani!
      Grazie ancora! 🌸

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  4. Allora: Cina e Miou erano madre e figlia, Ho scritto quattro righe scherzose per Miou, che essendo stata allevata da sua madre come un gatto, era piuttosto selvatica; pur vivendo in appartamento con me, non mi è mai stata in braccio, anche se veniva a dormire nel mio letto con me. Affettuosa, ma quando voleva lei. Era bianca e nera, a pelo corto.
    MIOU
    Occhi gialli
    tondi e sgranati
    come la civetta
    sacra ad Atena,
    da un tavolo
    ingombro di libri
    sai mendicare
    con dignità assoluta
    briciole di biscotto
    soltanto da me.
    Cina… E’ stata la MIA gatta. L’ho svezzata insieme ai suoi fratelli, che hanno trovato altre case. Ha perso una zampa per un incidente domestico, ed è cresciuta nella convinzione che fossi un gatto anch’io, anche se un po’ strano. Era bianca e nera a pelo lungo. Ho scritto questo ricordo un bel po’ dopo la sua morte.
    CINA (30/10/98)
    Cinella,
    tutta occhi e fusa,
    tre sole zampe
    e coda da scoiattolo,
    quante mai volte
    ho ringraziato Dio
    per i tuoi discorsi musicali,
    per la tua tenerezza,
    per la tua semplice presenza!
    Dono nel dono,
    mi consideravi
    come un cucciolo
    troppo cresciuto,
    che non sempre
    si lasciava educare.
    Bastava guardarti,
    tutta pelo e niente gatta,
    dolcissima e battagliera,
    curiosa,
    vigile e indifesa,
    per ritrovare slancio
    e scoprire
    nei tuoi occhi d’ambra
    tutti i messaggi d’amore
    che altrove
    non sapevo più leggere.
    Io sono certa,
    al di là del cielo e del tempo,
    che non puoi essere
    un canto finito.
    Red: Prima che me lo portassero, ne ha viste di cotte e di crude. Era reduce da un intervento chirurgico, e aveva ancora il pelo tutto rasato. Ha vissuto con me tre anni, e spero e credo che siano stati felici. Soriano tigrato, quanndo poi gli ho visto il pelo. (Scritta l’anno scorso, ma lui è morto quasi dieci anni fa…)
    RED (19/9/2017)
    Monocromatico,
    occhi e pelo uguali,
    fantasma di gatto
    fulvo come il sole,
    in silenzio
    cercavi il mio calore,
    le mie carezze.
    In silenzio
    lasciavi
    che colombi e passeri
    venissero a beccare
    nella tua ciotola.
    In silenzio
    mi seguivi passo passo.
    Ho sentito la tua voce
    soltanto
    quando eri in agonia.
    A volte
    vorrei somigliarti.

    Graze per la pazienza, e perdona il commento fiume….Buon tutto!

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    1. Ma grazie a te! Sono stupende *_*
      Si vede che volevi loro proprio bene, e che erano speciali… dalle poesie sono riuscita a vederli come se fossero foto! ^_^
      Se apri un blog qualche volta, inseriscile!
      Grazie davvero, sono proprio magici i gatti ❤
      Buon tutto e buona domenica a te, alla prossima! :*

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  5. Che triste. Io ho perso nel 2017 il mio gatto Pippo che era con noi da circa 10 anni. Si era ammalato di qualcosa che i veterinari non riuscivano a capire… e dopo un po’ se n’è andato. I nostri amici a quattro zampe entrano a far parte della famiglia e anche quando non ci sono più vivranno comunque nei nostri ricordi. Bella poesia, molto toccante.

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