Endecasillabi metafisici

La casa

Fuori dalla finestra c’è una casa

che non conosco chi ci abita dentro,

che d’inverno non guardo proprio mai

perché non alzo mai la tapparella

ed è come se proprio non ci fosse.

D’estate invece la vedo, ma strana,

inframezzata da striature verdi

delle veneziane sempre giù.

E la vedo come fosse un quadro

di uno strano artista dimensionale

la cui mostra è solo dentro agli occhi

di chi vuole vedere la realtà

come invece qualcosa di diverso

da una semplice casa con finestre

con dentro gli abitanti sconosciuti.

dav

La lente

La piccola realtà mi sembra strana,

fatta di ombre e alberi ammassati

come fosse la scena di un delitto.

Non riesco proprio a vedere le cose

come fossero normali e lineari

come senza domande di alcun tipo.

Ho bisogno di usare la mia lente

che dà a tutto un alone di mistero

sull’origine vera delle cose,

da vederle in un’atmosfera azzurra.

Ma la mia lente non è una finzione,

ma corregge, ridando verità

alla strana sceneggiatura intorno

del teatro dove noi viviamo.

dav

La porta

Stare male mi fa sempre scrivere

ma anche lo star bene mi fa male

perché ne vedo la caducità.

Allora è come se star male fosse

una porta per il trasferimento

di informazioni cosmiche ed antiche

ma spesso sotto forma di domande.

Questo stato è una condizione fissa

come i soli che contemplo nella mente.

dav

Gli scacchi

Giocare a scacchi tu con il destino

sarebbe una partita complicata

perché sa già cosa dovrà succedere:

tu puoi fare le mosse che vorrai

puoi scegliere davvero ciò che vuoi,

ma tanto vincerà soltanto lui

perché ciò che tu sei viene da lui.

Sul tavolo stellato d’oro e azzurro

(dove sono appoggiate le pedine).

dav

Le persone

Le persone che mi fanno arrabbiare

sono come una gran benedizione

perché ogni giorno mi mandano in cerca

dei più cristallini tra i luoghi interiori

pur di non ricordare la realtà

pur di trovare una cura da loro.

Perciò sono preziose a modo loro

anche se non lo capiranno mai.

dav

La finestra

Questa betulla è la mia ispiratrice

fuori dalla finestra la vedo e

mi chiedo cosa è dentro e cosa è fuori.

La finestra è il simbolo del vuoto

e del mistero dentro, e la betulla

attira a sé i miei occhi che la vedono

attraverso la zanzariera a quadri,

quadretti fitti fitti come pixel

come vedessi tutto da uno schermo

come se fosse tutto un’illusione.

dav
Queste foto sono di una lampada colorata vintage che c’è in casa mia.

33 Comments

  1. Ecco un’altra idea.
    Se un giorno tu dovessi esporre le tue creazioni, i tuoi quadretti, lungo le pareti pareti delle esposizioni potresti alternare quadri ed opere come queste, il tutto condito da minimalismo.
    Sarebbe stupendo e verrei a trovarti.

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  2. Bellissimo è stato un piacevole viaggio letterario e visivo….ottimo Sara…più tempo passa più il tuo io ( bada che sono un’fanatico esperto dell’Io) ci presenta un artista completo innovativo e altamente orginale. Continua cosi il tuo FanZero è stato lungimirante in merito…e l’artista è di quelli che meritano grande attenzione

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  3. Impegnativa la visita alla Mostra dei tuoi quadri di parole. Suggestiva, nel suo evocare simboli archetipici. Provo a soffermarmi passo passo davanti ad ognuna delle tue sei composizioni.
    Immaginando un preciso sottofondo musicale, una sorta di guida all’ascolto della tua voce: Quadri di un’Esposizione, di Mussorskij.

    La finestra.
    Simboleggia la ricettività della coscienza (se rotonda) e la ricettività terrena in relazione agli apporti celesti (se quadrata). In assoluta sintonia con ciò che simboleggia la betulla: la via attraverso la quale discende l’energia del cielo e risale l’aspirazione umana verso l’alto. Un invito, il tuo, ad ascoltare vibrazioni e messaggi dell’universo emotivo e razionale di cui ogni essere umano fa suo malgrado parte.
    Le persone.
    Interessante e significativa l’etimologia della parola “persona” che – in latino – significa “maschera”. Nel senso più comune del termine rappresenta l’essere umano in relazione con il mondo e con se stesso. Benedici le maschere indossate per farti arrabbiare. D’altro lato, la maschera non nasconde ma svela le intenzioni di colui o colei che la indossa. Semplice, quindi (ma non facile…) trasformare la negatività in positività, la “rabbia” in sorgente energetica funzionale al proprio benessere. Ecco allora un altro suggerimento-dono per il visitatore della tua Mostra.

    Gli scacchi.
    In effetti, che si sia di volta in volta re, pedone, cavallo, torre o alfiere, è del tutto secondario: la partita avrà termine comunque. La scacchiera rappresenta il campo di azione delle potenze cosmiche dove il combattimento si svolge tra pezzi bianchi e pezzi neri, fra l’ombra e la luce. Ne “Il Settimo sigillo” di Bergman, il Cavaliere Antonius Block sfida a scacchi la Morte, pur sapendo che non ha mai perduto un gioco. Ma, pensa, anche la Morte può commettere un errore…Così la partita con il Destino, che definisci – con qualche ragione – complicata, potremmo giocarla con spirito costruttivo. Per risultarne comunque vincenti, anche se sulla scacchiera della vita il finale è scontato e a svantaggio del giocatore (o della giocatrice) che, da vivente, diviene di necessità ex-vivente.

    La porta.
    La porta rappresenta il luogo di passaggio– l’hai ben intuito e descritto – fra due stati, fra due mondi, fra il noto e l’ignoto, la luce e le tenebre, la ricchezza e la miseria. Si apre sul mistero della dialettica (del conflitto) tra Bene e Male, dove l’uno è ciò che viene desiderato e ciò che piace e l’altro rappresenta il dis-valore che implica e presuppone un giudizio negativo. Dalla relazione tra Bene e Male si origina ciò che vivi come malessere in opposizione all’auspicato benessere. La tua attività di artista suggerisce una via d’uscita: lavorare per la conquista di uno stato di bell’essere. La sensibilità estetica diviene così condizione prima e principale per lo stare un po’ meglio tuo e di tutti coloro che seguono e apprezzano le tue manifestazioni artistiche.

    La lente.
    Sul grande palcoscenico della vita giocano il proprio ruolo di attori il cielo, la terra e l’inferno. Gli angeli, gli uomini e i demoni. La tua è la lente del regista che indica a ciascuno come deve “muoversi” nel teatro del mondo; illumina le ombre che, da un lato rappresentano ciò che si oppone alla luce e dall’altro sono l’immagine delle cose mutevoli, irreali, fuggevoli. Ma tu suggerisci di coglierne comunque il senso. Ancora un dono al visitatore della tua Mostra.

    La casa.
    La casa è il simbolo del mondo interiore: la cantina corrisponde all’inconscio e il granaio all’elevazione spirituale. E’ anche simbolo femminile nell’accezione di rifugio, di protezione, di accoglienza e di spirito materno. L’essere accolti nella tua casa interiore offre a ciascuno la possibilità di scoprire l’abitante sconosciuto che è in ognuno di noi, agitando le proprie speranze il più delle volte disilluse.

    Con i quadri di parole con i quali hai allestito la tua Mostra, i tuoi atti di comunicazione cessano di essere effimeri per diventare punti fissi di riferimento esistenziale…

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    1. Che bello, grazie a te di questo!
      Mi piacciono un sacco le tue analisi, le trovo pezzi poetici di per sé, bellissimi!
      E mi fanno capire ancora meglio ciò che ho scritto 😀
      Favolosi, grazie davvero per tutto! 🎉🌈

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