Il gioco delle tre scatole

The box set of/for inner peace is: 

1) Tiny black box: recognize, observe and feel yout thoughts in the dark. 

2) Medium red box (blood box): put there your fears, and close it. 

3) Big white box: contemplate the universe and the eternity. 

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Ciao a tutti! Per questa creazione triplice ho iniziato con l’introduzione in inglese, perché è così che l’ho pensata nei primi appunti sul mio block-notes.

Anni fa avevo poi scritto con la penna rossa una lunga poesia in inglese (che ho ritrovato anch’essa nel repulisti primaverile) che si chiamava proprio “The red box”. Ve la risparmio perché è lunghissima, ma eccone una foto con disegno della parte più lirica:

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Ed è proprio dalla scatola rossa che mi è partita l’idea. Mi andava semplicemente di dipingerla di rosso, poi mi è venuto in mente tutto il resto. Il bianco e nero sono arrivati come idee subito appena ho pensato alla scatola più piccola e a quella più grande, e anche la teoria su come usarle.

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Le tre scatole le ho comprate tutte insieme in un negozio cinese, erano vendute l’una dentro l’altra. Le ho prese insieme ad altri oggetti per fare decoupage, che è da anni uno dei miei hobby minori.

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Questa idea poi per me è in particolare una di quelle che sento “mai davvero mie”, che vedo cioè come crogiolo di tantissime cose fatte o dette da altri che ho registrato nella mia mente (compresa la me del passato). Questa impersonalità e fonte molteplice la sento in realtà con ogni idea, anche non artistica.

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Una delle mie ispirazioni: la scatola verde “mentale” di Danny in Doctor Sleep di Stephen King.

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Ed ecco l’idea più estesa:

1) Aprire la scatola più piccola, nera, e iniziare a rendersi conto del proprio stato interiore: intercettare i pensieri che arrivano, stati d’animo e sensazioni generali. Riconoscerli ed osservarli. Farlo nella profondità di sé stessi, al buio. Prendere coscienza.

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2) Aprire poi la scatola rossa di media grandezza, e immaginare di prendere le proprie paure, ossia la base delle sensazioni e pensieri che tormentano e ghermiscono, e metterle dentro la scatola, chiudendola, come allontanandosi da esse. Metterci anche eventuali stati d’animo, facendo caso alla loro consistenza sensoriale (tattile, visiva, olfattiva, ecc…).

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3) Aprire ora la grande scatola bianca. In essa contemplare l’accettazione di tutto, comprese le proprie paure, e in modo più esteso contemplare l’universo, l’eternità e ogni forma e idea che si possa accostare al senza tempo.

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Se però la necessità di partenza è percepita come arrivare dall’esterno invece che dall’interno, si possono anche usare le tre scatole al contrario:

1) Scatola bianca: osserva e contempla la molteplicità, ovunque intorno a te, incontrollabile, nella sua enormità.

2) Scatola rossa: percepisci i tuoi pensieri e sensazioni, stando via via sempre più nel tuo sangue, a prescindere dal mondo esterno.

3) Scatola nera: stai nelle profondità di te stesso, nello spazio solo tuo, ovunque tu sia; infinito eppure grande come un puntino.

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…Prova la scatola, è ovvio! (Cit. Signor Serratura) 😀

ali

69 Comments

    1. Grazie Giuliana!! *_*
      Davvero? Se metti qualche foto nel tuo blog sono curiosa, dato che hai un gusto raffinato!
      Io lo faccio solo raramente per fare qualche regalino o se ho qualche idea in particolare, perché come vale per il cucito se ci sto troppo poi ne risento col mal di schiena e cervicale! Quindi è un extra ogni tanto ^_^

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    1. Grazie mille!! *_*
      Sicuramente la meditazione classica ha influito nel formarsi dell’idea, mi ha sempre interessata molto, anche se la “pratico” più a livello filosofico che stando del tempo specifico a meditare, per portarla più facilmente (per come sono fatta) nel quotidiano 🙂
      Mi fa piacere che hai notato il collegamento! *_*
      Ramana è il mio meditatore preferito, lo conosci?

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      1. Non lo conoscevo. Da qualche anno seguo Matthieu Ricard: le sue conferenze e i suoi libri mi hanno aiutato ad attenuare la mia indole pessimista (il mio stato animico per default). Si sa che la meditazione, che provo di praticare con certa costanza da qualche mese, ha benefici reali sul cervello, e quindi sulla qualitá della vita di chi la pratica. In questo senso la meditazione per me non nasce tanto da ambizioni spirituali quanto dal “modesto” proposito di stare meglio.

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  1. Sara ma che bello!!
    Questo mantra usando le tre scatole dalla più grande alla più
    piccola, dove in quella più piccola risiede il nostro Sé
    sei Grande, veramente!
    e molto, molto coinvolgente,
    ora cercherò di applicare questo tuo grande suggerimento 🙂 🙂
    Buone e belle cose Sara sei veramente Speciale

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