Un rifugio

Gli ultimi due scritti apocalittici di questa estate riguardano mia madre.

Avevo già scritto di lei alcune volte in passato. In particolare alcuni sonetti, che prima o poi vi farò leggere, e qualche altra cosa, ma ho sempre avuto da una parte remore a farlo e dall’altra non trovavo il modo in cui farlo.

Sul blog avevo pubblicato solo un articolo circa due anni fa, riguardo a dei frammenti audio ritrovati.

Stavolta però non ho scritto su di lei, ma a lei.

Non l’avrei mai detto ma ho scoperto che parlarle direttamente è il modo migliore per me, e ho capito che non solo è giusto scriverne, ma in un certo senso è anche un mio preciso dovere farlo.

Foto fotocopiata e rielaborata

Ho iniziato a scriverle nei primi mesi dell’estate. Ho scritto due prose analizzando una delle nostre fotografie (non questa).

Nei prossimi giorni ve le farò leggere, anche se ho deciso che farò in modo di non pubblicare gli scritti direttamente qui sul blog. Ho pensato a una soluzione semplice che sto preparando.

Nel resto dell’estate ho poi proseguito a scrivere a lei, a partire dall’analisi di altre fotografie, e sto raccogliendo tutto ordinatamente in modo che possiate poi leggerlo anche voi.