I pochi gradini ✏ (e il Daimon e le candele 👾🔦)

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Questo collage l’ho fatto su un post-it bianco, di quelli senza lato appiccicoso dietro. Le parole le ho prese da vari libri vecchi o doppi che avevo in casa.

In questi giorni ho parlato di nuovo spesso di un argomento che reputo molto importante, cioè quello dell’ispirazione; e ne riparlo ora, anche perché ho ritrovato un aforisma di Brancusi che si adatta bene alla mia idea:

Quando si è compiuto qualcosa per il proprio io, si incorre in una maledizione. Dobbiamo capire che noi non facciamo mai niente, che c’è qualcuno che ci guida e che è il nostro intermediario. Noi non esistiamo: ecco il gran segreto. (C. Brancusi, aforisma n°102)

Ecco, secondo me l’uomo non inventa mai nulla che sia veramente suo, ma filtra delle idee che arrivano, che esistono già nell’atmosfera (non saprei spiegarlo meglio), ed è sicuro che tutto sia sempre e comunque un recupero e proseguimento di idee preesistenti. Hillman nella sua teoria della ghianda direbbe che quel qualcuno che ci guida è il Daimon, ma anche se non fosse così, e fosse solo il nostro inconscio, o la selva di ricordi sepolti che “lavorano da soli” per noi, questo è. Non esiste la razionalità nelle idee creative (mi riferisco anche ad azioni non prettamente artistiche).

Se ripensate a qualcosa che avete creato o fatto e di cui andate fieri o siete stupiti, quasi sicuramente non riuscite ad avere ricordi della scintilla iniziale, o del tempo in cui avete individuato o fatto il grosso del lavoro. Quindi l’artista (o l’uomo quando ìdea in generale) non fa nulla. L’unico merito che ha è quello di dedicare tempo a questa atmosfera/sorgente/spazio interiore che pensa per lui, e predisporsi al darle forma, e cercare continuamente il metodo migliore per farlo. Ma niente è suo.

In questi giorni mi è anche tornato in mente un ricordo di quando ero piccola, ma già un po’ grande, credo nel periodo delle medie o inizio liceo. Era un periodo strano, a sé, anche se l’ho definito così solo ora, e mi ricordo che a un certo punto mi ero messa a fare tante candele. Era inverno, intorno al capodanno del 2000, se ricordo bene. Quindi sì, andavo al liceo. Mi ricordo in cucina le finestre che davano sul buio, mentre le facevo.

Avevo preso tanti bicchieri della nutella, qualche tazza sbeccata, e tante candele di quelle lunghe, o altre che non mi interessavano, e le avevo sciolte in un pentolino basso e con due manici per il latte per poi versarle nei bicchieri. I vari colori si mescolavano, e li abbinavo apposta come mi piaceva per creare i vari mix. Ma per fare gli stoppini avevo usato qualcosa di inadeguato (allora non c’era internet e nemmeno i negozi di bricolage ben forniti come adesso, o video tutorial, niente). Erano stoppini troppo spessi (forse lacci sottili per le scarpe? Spago troppo grosso?) E queste candele facevano una fiamma enorme, quasi inquietante. Forse alcune le ho ancora, in qualche cassetto di quelli abbandonati.

19 Comments

  1. Interessante, anche se personalmente credo che l’ispirazione nasca da una profondità d’animo che non tutti lasciano emergere trasformandola in qualcosa di creativo.
    A volte costruttivo e a volte distruttivo…

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    1. Si incastra anche con la mia teoria! Infatti la profondità d’animo la vedo come un altro nome di quell’altrove che ho descritto in vari modi… il creativo è appunto quello che la lascia emergere, sa che c’è e le dà spazio e trasforma 😊 ecco, come se fosse più un saper/voler trattare una “materia” preesistente, non il crearla dal nulla!

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      1. Nulla si crea ne si distrugge, ma si trasforma…
        Credo che siano anche i geni a stabilire se uno è propenso ad un tipo di arte piuttosto che un altro. Comunque una cosa è certa, ogni forma d’arte è affascinante e interessante. 😊😉

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      2. Vero, si deve nascere predisposti!!
        Che poi ogni cosa fatta ad arte è arte, e anche le azioni particolari possono essere atti artistici!
        Troppo spesso alcuni pensano di esserne tagliati fuori solo perché non suonano o dipingono ecc… ma in questo senso tutto ciò che è comunicazione insolita viene da quell’altrove 😊

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  2. Come dicevamo anche qualche post piu’ in la’ …Secondo me prendiamo tanti pezzi di idee che non sono nostri e li uniamo per creare qualcosa di orginale ed unico…ma che altro non e’ che un puzzle di cose proveniente da tante differenti fonti.

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    1. Buongiorno! ^_^
      Sì, infatti volevo scriverlo da prima ma il discorso che facevamo ieri mi ha ispirata 😀
      è verissimo, è un grande mix di cose preesistenti, fonti varie, ricordi anche inconsapevoli… con una scintilla!
      Per questo il concetto di “mia idea” è sempre da filtrare con questo concetto secondo me *_*

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  3. Bello l’insieme che ne è venuto fuori da tutte quelle parole 😊 . Comunque volevo dirti una cosa! Che anch’io, proprio in questi giorni, pensavo proprio all’ispirazione! 😮 che coincidenza!!! E anch’io sono arrivata alla tua stessa conclusione! E cioè che che l’ispirazione è una cosa che viene da fuori… però sono anche d’accordo con il pensiero di chimidelleparole, in quanto non tutti sanno cogliere l’ispirazione… ecco, il talento penso stia proprio in questo ☺

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    1. Ciao!! 😊 grazie!! *–*
      Che bello, si vede che questo concetto era nell’etere 😁👌
      Wow, hai riassunto alla perfezione sia il mio pensiero, che quello che intendevo sul cogliere ecc che dicevo a lui! 🔝🔝🔝
      Non è poco condividere queste idee 😊💞

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