Le avventure di Barbie abduction episodio 6: alla baita delle nevi di Teresa

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Barbie e Teresa fanno conversazione. Immagini del collage: fumetto sulla rivista di Barbie e offerte di articoli per la casa sul volantino di un supermercato.

Barbie nell’ultimo periodo era abbastanza tranquilla, ma non completamente. Sentiva il bisogno di un confronto con qualcuno che non fosse il Dottor Coniglio. E nemmeno Midge, con cui non era in ottimi rapporti, e che non aveva comunque mai considerato una gran conversatrice. Decise così di andare a trovare Teresa, che non frequentava da un po’ di tempo al di fuori dei giochi con la Bambina Padrona, e che era più mite e aperta al dialogo.

Era anche un ottimo motivo per andare a visitare per la prima volta la sua nuova baita delle nevi, che la BP aveva riservato a Teresa. Così si mise i suoi stivali da neve di gomma rosa, una sciarpa lilla di pannolenci che aveva ritagliato la sua BP per lei, e uscì. La baita delle nevi era in alto, sopra la scrivania della BP. Così sfoggiò uno dei superpoteri segreti delle Barbie, ossia volò, fino a raggiungerla. Certo che le Barbie possono volare. Altrimenti come potrebbero raggiungere il balcone della casa delle meraviglie?

Arrivò nella baita e bussò. Teresa le aprì la porta, anche se la porta era solo un rettangolo vuoto e non aveva maniglie da aprire.

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La collezione di scarpe strane e spaiate di Teresa

Barbie: Ciao, carissima!

Teresa: Ciao, mia adorata! (Si abbracciarono come poterono, con le loro braccia perennemente piegate) Ti prego, entra! Gli stivali puoi lasciarli lì!

B: Grazie mille! Oh, che bella la tua baita!

T: Grazie, hai ragione, è bellissima! Ricordati che puoi venire quando vuoi!

B: Grazie dell’invito!

T: Accomodati! Vuoi un tè?

B: Volentieri! (Disse sedendosi su una delle due seggioline gialle del tavolo rotondo di plastica, con sopra adesivi blu e rosa e cristalli di neve giganti)

T: Ecco qui il tè!

B: Grazie… per il pensiero… chissà che sapore ha il tè.

T: Cosa intendi? Non lo hai mai assaggiato il tè?

B: Oh, sì, certo, ma… in realtà non proprio… ma non importa, cambiamo argomento! Che belle tende, divine!

T: Grazie, ma… dimmi pure del tè… che cosa intendi? Intendi forse il fatto che le tazzine sono sempre vuote, e che nel nostro mondo non esiste l’acqua, beh, tranne che per le nostre vasche da bagno da sogno, e che…

B: E che comunque non possiamo bere? (Con enfasi speranzosa)

T: Esatto! (Con gli occhi tra il tragico e l’euforico)

B: Oh, santo cielo, finalmente qualcun altro che lo nota! (Sollevata, con la mano aperta e rigida messa accanto alla tempia)

T: Non dirlo a me! Sognavo di poter parlare di queste cose con qualcuno! Un paio di volte ho accennato queste cose a Midge, e mi ha guardata in modo strano, facendo finta di niente… o rispondendo sciocchezze, per poi cambiare strada… come se fossi pazza!

B: Già!

T: Anche con te, come hai visto, non ne ho parlato subito, avevo paura… ho preferito che la cosa eventualmente partisse da te, e non volevo rischiare di rovinare la visita… del resto se tu non avessi mai capito la fregatura non sarebbe stata colpa tua!

B: E anch’io ho fatto lo stesso con te!

T: Meno male, meno male che finalmente c’è qualcuno con cui posso parlare liberamente! D’ora in poi, se vuoi, potremmo diventare migliori amiche! Che ne dici?

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B: Mi sembra un’idea fantastica! Tanto che questo tè sembra quasi… buono! Ahah!

T: Ahah! Hai ragione! Sono proprio contenta!

B: Anch’io! Solo con Ken ne ho parlato un po’, un poco lo ha capito, il discorso su come stanno le cose per noi, ma non mi dà molta corda, dice che è inutile pensarci troppo e che è meglio lasciar perdere e fare la nostra vita come se niente fosse, dato che tanto non la possiamo cambiare… Non credo neanche che gliene importi molto, di cambiarla…

T: Beh, a modo suo ha ragione… anch’io cerco di non pensarci continuamente. Ma saperlo cambia le cose, e solo ricordando com’è la realtà, paradossalmente, posso sopportarla meglio.

B: A chi lo dici! È la stessa cosa per me! Ah, poi ne ho parlato col mio psicologo…

T: Vai da uno psicologo?

B: Sì, il Dottor Coniglio! È davvero un coniglio! Non è male… ora, non so se andrò ancora da lui, eccetera, ho fatto solo qualche seduta ma mi sono trovata gradualmente abbastanza bene… non mi aiuta molto, ma si è rivelato abbastanza simpatico! Poi quando mi annoio almeno faccio qualcosa… Infatti sono andata da lui inizialmente proprio perché stavo capendo la realtà vera, la fregatura, come la chiami tu, ed ero sconvolta, non sapevo con chi parlarne…

T: Ti capisco! Anch’io i primi tempi che l’ho capito stavo malissimo, mi isolavo e cercavo di non parlare con nessuno, non volevo nemmeno alzarmi dal letto… Poi sono stata fortunata perché non sempre la PB mi chiama per i suoi giochi, non sono una protagonista come te… posso solo immaginare il tuo stress in quel periodo!

B: Già, non me ne parlare… tutto è iniziato quando ho avuto delle visioni, o ho fatto degli strani sogni, sulla nostra origine… ho visto, o meglio ricordato, che veniamo da dei macchinari, non dal solo volere della nostra BP, e che esistono tante BP, e che esistono infinite copie di noi, come cloni! E che quando nasciamo, siamo disposte a piramide, dentro a delle scatole trasparenti, legate mani, piedi e testa! Anche tu te lo sei ricordato?

T: Sì… terribile. Altro che volere della BP, che ci crea con la sua fantasia!

B: E poi, come dicevo allo psicologo, chi ha creato la BP? Ok, i suoi genitori… ma chi ha creato i suoi genitori, e le macchine che hanno fatto noi, e il mondo intero? Qual è il mondo intero? Quanto è grande? Cosa c’è oltre questo cielo rosa? (Indicando le pareti della stanza della loro Bambina Padrona, dipinta di rosa tenue)

T: Non lo so, so quanto sai tu! Dovremmo scoprirlo insieme!

B: È vero… uniamoci in queste ricerche! Poi cosa sai? Hai per caso scoperto qualcosa di più sulla nostra vita? Da quando sai tutte queste cose?

T: Da tre anni circa… e non saprei… ora non mi viene in mente altro rispetto alle tue informazioni… Lo psicologo ti ha detto qualcosa di utile?

B: No… resta sempre abbastanza sornione. A parte qualcosa sui demoni che ci vengono a disturbare, ha detto che sono semplicemente altri giocattoli, ma sotto il comando del loro Bambino Padrone, che dev’essere a regola il fratello della BP… L’hai mai visto o sentito?

T: Mai… solo ombre ogni tanto, sento dei passi come vibrazioni, e qualche voce lontana… Sì, è vero, a volte dal cielo sento voci un po’ più basse, più roche, forse allora solo le sue, sono quelle del Bambino Padrone! Ecco chi sono quei mostri! Grazie, non avevo mai risolto questo mistero! Mi ci ero ormai rassegnata come al resto della fregatura

B: Mi fa piacere di esserti stata utile… sempre che il dottor Coniglio ci abbia preso. E non so altro… a parte…

T: Che cosa? Parla pure!

B: C’è un’altra domanda che mi attanaglia ultimamente… ma non credo tu possa sapere qualcosa… e non ti voglio incupire…

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Il gatto di Teresa, pieno di pathos

T: Ma no, dimmi! Mi incupisco di più in questa sospensione… (Si curvò leggermente per sfiorare la spalla di Barbie)

B: Va bene. Ecco… Tu sai dove andiamo noi bambole quando moriamo?

T: Oh! (Fece una piccola risata soave)

B: Che c’è?

T: Tesoro, questo lo so! Su questo non ti devi preoccupare!

B: E perché non dovrei?

T: Perché noi… semplicemente, non moriamo!

B: Davvero? (Sporgendo il busto in avanti, verso Teresa)

T: Certo che no! Noi siamo fatte di plastica, non possiamo morire!

B: (In parte sollevata, in parte non convinta del tutto) E cioè? Cosa succede allora quando spariamo?

T: E chi sparisce?

B: Non ti ricordi, l’anno scorso, la Barbie Indiana? Era con noi nelle avventure delle BP, e qui nel nostro mondo, e a un certo punto PUFF! Da un giorno all’altro è scomparsa!

T: Ah, ti riferisci a questo! Ma lei non è morta, è solo andata in un’altra vita!

B: In che senso?

T: Nel senso che se ne è andata da qui, dal nostro mondo, ma è andata in un altro mondo!

B: E quale mondo?

T: Non lo so, un altro… Nel mondo di un’altra Bambina Padrona! Con un altro nome ufficiale, un’altra storia, degli altri vestiti, tutto!

B: Ne sei proprio sicura?

T: Al cento per cento!

B: E come lo sai?

T: Una volta che la BP aveva invitato la sua amica BP per giocare con noi, tu forse non c’eri quel giorno, magari eri nella tua stanza da letto e non ti ha usata, ma tra le bambole di quest’altra Bambina Padrona ce n’era una che era triste.

B: E chi era?

T: Non ricordo bene il suo nome, mi sembra però che si chiamasse Tanya. Aveva i capelli corti. Era triste perché diceva di essere dalle mille vite, e non sapeva più chi fosse. Le ho chiesto cosa intendeva con quella frase, e diceva che tutto nasceva dal fatto che lei era una bambola della razza “Non di marca”. E che le bambole “Non di marca”, mi spiegò, nessuna BP le voleva, e le varie BP continuavano a regalarle ad altre BP inferiori, come ad esempio loro cugine o sorelline, che spesso le torturavano anche, o tagliavano loro i capelli, come era successo a lei. O le rubavano sempre i vestiti, lasciandole nude davanti a tutte, o mettendole in grandi scatole, tutte nude e accatastate l’una all’altra. Oltre al non avere la minima identità nelle storie, e nemmeno la dignità di un nome ufficiale.

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L’incubo di ogni Barbie

B: … (Con gli occhi sbarrati e lo sguardo lontano, almeno nel suo sentire interiore, dato che gli occhi erano immutabili come tutto il resto di lei) Ecco, adesso ho capito. Wow. Che orrore.

T: Già, non farmici pensare! Povera Tanya!

B: Speriamo di non fare mai quella fine… D’accordo, non potremmo morire mai, ma… questo è forse peggio della morte! (Facendo il gesto di scaldarsi le braccia strofinandole con le mani, come se fuori dalla baita ci fosse davvero la neve)

T: Non essere catastrofica! Noi non apparteniamo alla razza “Non di marca”, quindi non credo che potrà mai succederci! Noi credo che siamo parte della razza “Mattel”… hai presente quel tatuaggio che abbiamo tutte sulla schiena? Dev’essere il nome della nostra razza! E Tanya, parlandomi quella volta, vedendolo mi ha detto che la nostra è la razza più pura!

B: E come ha fatto a vedertelo?

T: Ah, perché quel giorno il gioco deciso dalle BP era la gara di tuffi. E io ero in bikini.

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Il tatuaggio di Barbie, il più antico tra quelle che ho
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Il tatuaggio di Ken. Ken viene da Hong Kong!

B: Oh, ecco cosa sono quelle scritte! Me le aveva fatte notare Ken! Ok, però… poverine quelle della razza “Non di marca”! E poi potrebbe succederci comunque, teoricamente.

T: Speriamo di no! E ricorda che l’essere regalate e cambiare vita non per forza deve avere dei risvolti tragici!

B: D-davvero?

T: Sì, certo! Magari si può andare anche in un mondo più bello, con amiche migliori, vestiti migliori, case migliori! Sicuramente la nostra Barbie Indiana è felice da qualche parte, era bella e in forma quando se ne è andata!

B: E perché la nostra BP dovrebbe averla data via?

T: Magari perché aveva troppe bambole e non riusciva a giocare con tutte, o non aveva abbastanza vestiti, o si era stancata di lei… dopotutto è identica a te, tranne che per il colore dei capelli!

B: Stan-ca-ta(Ponderò questa parola sillabandola, come non l’avesse mai sentita prima)

T: Non preoccuparti, vedrai che è così!

B: Sì, ma… io non voglio andare via, non voglio sparire! Non voglio che la BP si stanchi di me! Cos’ho di tanto noioso? E non voglio perderti, sei la migliore qui, in questo mondo e anche negli altri mondi! (Singhiozzò e scoppiò a piangere dentro di sé)

T: Ma no, tesoro, non ci perderemo mai… Poi siamo troppo belle e mitiche perché la BP si possa stufare di noi! Guarda qua che look! (Percorrendo la sua figura dall’alto verso il basso, con le braccia lungo i fianchi)

B: Va bene, cara Teresa… grazie. Grazie di queste notizie, e della tua comprensione. Tutto sommato sono rincuorata. Amareggiata per ciò che so, ma sollevata perché almeno ora so.

T: È questo lo spirito giusto!

B: E ora che facciamo?

T: Ora… come dici sempre tu, è come sempre il momento perfetto per una bella sessione di shopping sfrenato! Che ne dici?

B: Ci sto, adorata! Ho giusto bisogno di un paio di guanti…

T: Perfetto andiamo!

E Barbie e Teresa, a braccetto, andarono a fare compere, uscendo dalla baita delle nevi.

 

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❤ …Le avventure di Barbie continuano, ogni primo lunedì del mese! ❤

Le puntate precedenti potete trovarle qui ^_^

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54 Comments

    1. Grazie mille!! 😊
      Ho già fatto tantissimi fumetti su di me, erano il tema di uno dei miei vecchi blog!
      Poi ho preferito tornare alla scrittura e al collage perché nel disegno non ho abbastanza mezzi per spaziare come vorrei, in più mi stanca troppo fisicamente.
      Ma proprio pochi giorni fa ne parlavo con Judith, che mi ha consigliato delle modalità facili per il disegno digitale… e proverò!
      In ogni caso magari qualche volta posterò le mie vignette più carine anche vecchie 🙂

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      1. Ah chissà *-*
        Se ne trovassi uno con lo stile che mi piace, sì!
        L’ideale sarebbe farlo con le foto, come le riviste di Barbie da cui ho tratto il collage di copertina! 😀

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  1. Oh, finalmente Barbie ha trovato un’amica intellettualmente alla sua altezza: anche se vive su, nella baita, insieme al gatto delle nevi. Come tutti i risvegliati, il momento del confronto ha pathos quanto il primo Matrix. Novelle Morpheus e Neo, le Nostre si chiedono da dove vengono e dove andranno, sperando che la plastica assicuri loro la felicità e non solo l’eternità.
    Affrontano temi complessi, toccano vette filosofiche, elaborano teorie articolate.
    Poi, via a fare shopping!
    Genia, genia, genia!:*******

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    1. Wow è bellissimo il paragone con Matrix!! *—*
      La tua analisi è sempre perfetta, cogli il senso fondamentale!! 😍
      Certo, lo shopping in cerca di brillocchi non può mancare! 😂👠💎
      Grazie mille 😘😘😘

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      1. Si infatti hai creato un sistema comunicativo chiaro che rispecchia pienamente la vita e tendenzialmente non offende nessuno. Un Po come il calibro muto prima dell’ inizio di un film – che dice esplicitamente che tutto è puramente casuale. Questo ti rende libera. Di poter esprimere tutto senza limitazioni. Sara Provasi ammetto di ammirare molto la tua scia letteraria nonché di avere grande considerazione del tuo stile … Di complimenti non smetto mai di presentartene ma ogni volta sposti la soglia e i miei apprezzamenti devono di conseguenza aumentare. Brava brava brava

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      2. Grazie Francesco!! *-*
        Sono proprio contenta che tu abbia colto questo senso metaforico dietro al racconto! È la cosa più importante… e il paragone con i film è bellissimo! Grazie di nuovo!! 🌷🌸🌹

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  2. Con la cassetta delle Barbies e dei Kens scartati si sfiora l’horror metafisico. Una specie di Ade post-retromoderno con tanto di pantegana spettrale. Invece i lombi delle bambole, tatuati con la marca e il paese di fabbricazione, oltre che crudamentre suggestivi, mi danno l’occasione di scrivere lombi, termine che ho raramente l’occasione di usare.

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    1. Uh, a me piace tantissimo come suona la parola lombi, hai fatto bene ad usarla! 😀Ogni occasione va sfruttata!

      La pantegana spettrale è dell’Ikea! Mi viene in mente che invece per mio padre, l’Ade postretromoderno è proprio l’Ikea! 😂

      Oddio, mi hai dato l’idea per un nuovo capitolo su mio padre 😀 il prossimo ho già deciso che è sulla tv, ma poi tocca all’Ikea! 😂

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      1. Bellissimo!! Questo è un tatuaggio! 😀
        Anch’io non amo l’ikea… ma andarci ogni due o tre anni per una sedia (o un pouf 😅) ecc, senza svernarci dentro, non mi terrorizza! Mio padre invece va proprio fuori di testa solo se sente la parola 😂😂😂

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      2. A me piace di più l’area pacifica con le posate, i cuscini, ecc che c’è a pianterreno prima del magazzino! Il magazzino un po’ mi inquieta, anche perché arrivati a quel punto, se sono con mio padre, è diventato ingestibile xD Ma è sempre meglio della parte in alto!

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