Barbie dal Guru Elefante

IL BIGLIETTO

L’ultima seduta dal Dottor Coniglio non era bastata a Barbie per placare le sue angosce e la sua gelosia nei confronti della nuova arrivata, la Barbie Lilla, che le stava rubando la scena… e quasi tutti i vestiti. E forse Ken. Così decise di tornarci.

Queste angosce però non le impedirono minimamente di vestirsi, come sempre, di tutto punto, coi pochi vestiti più vecchi che la Bambina Padrona non aveva dato alla Barbie Lilla. Tirò fuori il suo colorato vestito anni ’90 da Barbie Superchioma e se lo mise.

Arrivata però allo studio del Dottor Coniglio, scoprì che non c’era! Com’era possibile?

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C’era però un biglietto attaccato alla porta, con scritto:

Cari pazienti,

mi sono preso una breve vacanza alle isole Bahamas.

Tornerò presto. Se avete bisogno di una seduta,

vi indirizzo dal mio esimio collega, il Dottor (Guru) Elefante Viola.

Non esitate ad andare da lui, è molto disponibile!

Ecco l’indirizzo del suo studio:

Via del Sotto il letto della Bambina Padrona, angolo est, dietro alla scatola delle cartoline.

Non potete sbagliare!

A presto, il vostro fedele

 

Dottor Coniglio.

Nel leggere questo biglietto, che riportava un’elegante firma finale, Barbie divenne ancora più confusa di prima.

 

LO STUDIO

Ma decise di rimettersi in cammino perché ormai aveva comunque bisogno di una seduta, e si diresse così verso lo studio del Dottor Guru Elefante Viola.

Arrivata a destinazione, sotto al letto della Bambina Padrona, dietro alla scatola delle cartoline, restò sbigottita: c’erano un sacco di creature!

C’erano un bambolotto cinese, due coniglietti di peluche, un cane di Lego, un angioletto di cera, una piccola e grassoccia foca rosa…

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Il tempo trascorse tutto sommato tranquillo. I coniglietti uscirono dallo studio in silenzio, il cane di Lego abbaiando cose indecifrabili, l’angioletto di cera se ne andò piangendo, e ogni lacrima era una goccia di cera che lo faceva rimpicciolire sempre di più… Ormai era il turno della piccola foca rosa, poi toccava a Barbie.

Circa un quarto d’ora dopo uscì dallo studio anche la piccola foca rosa, raggiante.

PFR: Questo qui sì che è bravo! Cosa importa a me se sono rosa? È vero, sarò diversa dalle altre foche, ma che mi importa? Sono anche più bella di loro! Arrivederci signorina! (Salutando a mo’ di “ciao ciao” con la pinna)

B: Oh, arrivederci, piccola foca rosa! E grazie!

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La piccola foca rosa che se ne va felice

Barbie notò anche com’era relativamente rapido nelle sue visite, questo psicologo nuovo. Pensò che forse era per questo che poteva accettare tanti pazienti, oppure ne aveva tanti perché era bravo, o tutt’e due le cose.

 

IL GURU ELEFANTE

In ogni caso era fiduciosa. Si incamminò verso la porta inesistente dello studio, da cui usciva una leggera nuvola di fumo, e da cui uscirono gravemente tre parole: “Avanti un altro”.

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Davanti a Barbie si presentò un elefante di peluche di medio-piccola grandezza, dalla mole abbastanza molliccia, che fumava la pipa. Non stava guardando verso l’ingresso, bensì guardava continuamente fuori dalla finestra, anche se, essendo entrambi sotto al letto, non poteva esserci nessuna finestra.

La “finestra” non era che un piccolo quadretto raffigurante una finestra chiusa, con fuori un paesaggio bucolico, con un cielo azzurro. Per Barbie fu doppiamente strano, perché non aveva mai visto un cielo azzurro.

E ci fu un altro dettaglio che la colpì subito, una cosa che nessuno meglio di una Barbie poteva notare.

Barbie: Buongiorno, lei è il Dott… Ehm Guru Elefante Viola? (Chiese timidamente)

Guru Elefante Viola: E chi vuole che sia? (Guardandola con gli occhi a metà solo per una frazione di secondo, come solo a controllare che non fosse un fantasma a parlare; tornando poi subito a guardar fuori dalla sua finestra)

B: No, perché sa, mi ha mandata qui da lei il mio… altro psicologo, il Dottor Coniglio, e volevo esser sicura…

GEV: Sicura di cosa? (Già visibilmente scocciato da tanto dialogo sovrabbondante, continuando a fumare con più vigore per mitigare il nervosismo)

B: Sicura… che fosse lei! Perché, sa, lei non è assolutamente viola, bensì magenta! (Con il sorriso sentito, e la piccola mano puntata con tutte le dita verso l’alto, nell’intenzione di tener alzato solo il dito indice) E quindi sa, volevo essere sicura di non essere nel posto sbagliato, non si sa mai! (Un po’ istericamente per l’estremo disagio)

GEV: Sì, sono io. E ora, la prego, inizi pure.

 

LA SEDUTA

B: A fare cosa?

GEV: PARLI. (Freddo e scocciato, come se la presenza della sua paziente lo stesse distraendo dal suo guardar fuori dalla finestra, e come se il suo doverle rivolgere la parola per dei seppur brevi momenti lo infastidisse nel dover interrompere la ritmicità matematica del suo aspirare dalla pipa)

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B: Beh… allora…

GEV: …

B: Dicevo che… sono qua perché non c’è il mio psicologo abituale, e… volevo parlargli perché… ho varie questioni che mi attanagliano.

GEV: …

B: (Dopo una breve pausa per incoraggiare un eventuale botta e risposta, inutilmente) In pratica… Insomma, è arrivata una nuova Barbie più bella di me, ha i capelli Lilla, e ora la mia Bambina Padrona non mi sta più usando, non le interesso più. La mia carriera è in pericolo! Capisce?

GEV: …

B: E c’è di più… la Bambina Padrona sta dando a lei tutti i miei vestiti più belli e alla moda! Questo è un affronto troppo terribile per una Barbie! Sono disperata!

GEV: …

B: E poi sono sconvolta perché penso: comunque prima o poi la nostra Bambina Padrona crescerà, non lo sapevo prima bene, non ci pensavo… Perché sa, noi non cresciamo… non sapevo nemmeno bene cosa volesse dire “crescere”. Cosa vuol dire? Insomma, e quando crescerà, anche se sarà tra molto, la nostra BP molto probabilmente si stuferà comunque di noi, prima o poi! Anche di lei, Dott… Guru, in effetti! Anche del Dottor Coniglio! E che fine faremo? Ci regalerà? A chi? Finiremo tutti rosicchiati dai topi?

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L’incubo di Barbie ritorna, sempre più insistente

GEV: … (Pensò “Conosco topi molto simpatici”)

B: E insomma… niente. Questi sono i miei problemi.

GEV: Ottimo. La seduta è dunque finita!

B: Come? Tutto qui?

GEV: Ha bisogno d’altro? Posso lasciarle dei depliant di vari chirurghi plastici, estetiste, mercatini, venditori di tappeti…

B: Ma… Intendo… Non c’è niente che lei possa dirmi?

GEV: No. (Parlando senza il minimo astio, col lieve sottofondo del “plop, plop, plop” del suo aspirare la pipa, in un modo che i nervi di Barbie si trovarono ad un bivio fondamentale: cedere e sciogliersi, od esplodere irrimediabilmente)

B: Ma come? Per favore, può dirmi qualcosa? Almeno una cosuccia! Qualcosa per risolvere i miei problemi, almeno un pochettino! Un aiuto…

GEV: Eeehhh… E con grande fatica, con fare da pachiderma qual era, alzò una zampa di un paio di spanne, ed afferrò un piccolo libro nero che aveva accanto a sé.

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Il guru elefante viola ed i suoi libri

 

IL LIBRO DELLE RISPOSTE PER ELEFANTI

B: … (Stupita, sentendosi fortunata di aver destato una minima reazione)

GEV: Allora… Heeeehhhh… (Sbuffò di fatica e noia, cercando di aprire il libro con quella sua strana manona senza dita. Sulla copertina del libro c’era scritto, con caratteri dorati: “Il piccolo libro delle risposte per elefanti”)

B: … (Sporgendo leggermente il busto in avanti, come per vedere meglio)

GEV: …Haaaaaahhhh! (Con uno sbuffo di stanchezza e soddisfazione, essendo riuscito ad aprirlo, naturalmente a caso) 

B: Oh, bene! (Unendo le mani con esaltazione e curiosità crescenti)

GEV: Allor…. hooooohhhh! (E fece uno sbuffo come di sdegno generale per la vita, al momento di accorgersi di essere senza occhiali)

B: … (Agitata come se stesse friggendo, fin quasi indispettita dall’attesa, ma grata di tanto sforzo fatto dal suo psicologo sostitutivo, che avrebbe benissimo potuto cacciarla dopo cinque minuti)

GEV: …Hàah! (E riuscì stranamente in fretta ad appoggiarsi sul naso gli occhiali che teneva appesi al collo con una catenina. Erano occhiali senza stanghette, le quali sarebbero state di enorme intralcio, vista la sua struttura fisica)

B: … (Con le mani da unite per la curiosità a fuse in preghiera)

GEV: Alòra… “Tutto è sempre un’attesa”. Fufffhhh… (Con uno sbuffo di fatica, per aver detto tante parole tutte in una volta)

B: Beh… (Tra fascino, confusione e soprattutto delusione) 

GEV: A posto?

B: Sì, sì… a posto, grazie… Ci penserò su… Coff coff! (Per l’aver inalato troppo fumo passivo) Arrivederci!

GEV: …Avanti un altro.

E Barbie uscì, incrociando il paziente che stava entrando dopo di lei, e che aveva a malapena visto nei suoi ultimi minuti di attesa prima di entrare: una piccola testa di clown, con una molla al posto del collo, e una scatola quadrata colorata come corpo. Saltellava, continuando a ripetere “Chi sono io?”

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Barbie è angosciata. Elementi del collage: pubblicità di Barbie tratta da un vecchio numero di Topolino, e pubblicità di Mighty Max, sempre da un numero di Topolino.

46 Comments

  1. Questo Guru Elefante sembra anche piu’ professionale del dottor coniglio.
    Apparte gli occhi che sembra abbia la tiroidite di Hashimoto,
    per il resto e’ ok.
    Poi il viola e’ molto bello

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    1. Ahahah i tuoi commenti li adoro 😂😂😂
      Gli ho fatto pure gli occhialini super misura per i suoi occhi pallati *-*
      Già, è un bel viola!! Me lo regalò la mia amica che cito spesso 🙂
      In quanto a professionalità… vedremo 😅😂🐘💜

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      1. Si, è bellissimo quel viola.
        Io volevo anche scriverti della foca rosa ma poi tutto sarebbe sembrato pieno di doppi sensi e allora ho sorvolato.
        Però mi piace anche la foca*

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      1. Era la sua terapia per interpretare i miei incubi. Teneva nello studio tantissime sedice di varie forme e colori. Questo psicanalista mi curava facendomi mettere in fila seggiole di diverso colore che dovevano interpretare cose e persone incontrate nei miei incubi. Poi mi faceva sedere sopra ognuna perché, secondo lui, magicamente io diventavo l’oggetto o la persona che la sedia rappresentava, quindi dovevo rispondere alle sue domande come avrebbero risposto loro: trovando le risposte ai miei incubi, questi avrebbero dovuto cessare.

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  2. E’ certamente un vero psicologo, la sua risposta ne è la prova!
    Cosmica, piena di accetazione per il mondo e i suoi perigli, quasi matematica nella sua certezza: si vive in attesa. E di una sola cosa.
    Ma non aggiungo altro per non deprimere me stessa e chi legge.
    Genia. Sempre e comunque.
    P.s.: Barbie in abito vintage è uno schianto. Diglielo.

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    1. Grazie mille!! 😍😍 riferirò 😂
      Già, anche secondo me sotto sotto sotto è davvero un saggio! 😅
      E concordo, il tuo ragionamento sull’aforisma è quello su cui si è basata la nascita dello stesso! 😀💖

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